Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”: una tradizione tutta calabrese


[foto di Giancosimo Cofone - tutti i diritti riservati]

La Calabria vanta una tradizione storica nella coltivazione di liquirizia, concentrandosi, in questa regione, circa l’80 per cento della produzione nazionale, in particolar modo tra Rossano e Corigliano Calabro. Il Museo della Liquirizia, inaugurato nel 2001, sorge nell’antico stabilimento produttivo dell’azienda Amarelli, volta alla coltivazione, raccolta e lavorazione della liquirizia da più di tre secoli.

Ho avuto il piacere di incontrare Fortunato Amarelli, giovane imprenditore calabrese, amministratore delegato della Amarelli Fabbrica Liquirizia di Rossano dal 2003.

Museo della Liquirizia
[foto di Giancosimo Cofone – tutti i diritti riservati]

Dott. Amarelli, come è nata l’idea di aprire un Museo della Liquirizia e quali sono state le motivazioni?

«La principale motivazione che ci ha spinto a realizzare nel luglio del 2001 il Museo della Liquirizia è stata quella di raccontare una storia inedita: quella di un distretto industriale di circa ottanta aziende di liquirizia che rappresentavano la gran parte del sistema dolciario europeo e, nel Settecento, il sistema dolciario europeo corrispondeva al sistema dolciario mondiale ed era fatto dalla liquirizia calabrese e dai confetti abruzzesi. Pertanto, un distretto industriale importante, di cui noi siamo gli ultimi testimoni e del quale non potevano non raccontare la storia, avremmo rischiato di perderla completamente.
Nel Museo della Liquirizia si racconta, appunto, dell’azienda Amarelli, ma anche dell’azienda Compagna, dell’azienda Barracco, dell’azienda Martucci e di tutte quelle aziende che nel territorio hanno fatto sì che la liquirizia diventasse sinonimo della Calabria e viceversa.»

In che modo la storia della sua famiglia si lega alla Calabria e alle peculiarità di un prodotto così strettamente legato al territorio?

«La nostra famiglia, secondo quanto riportato dalle fonti storiche, arrivò a Rossano intorno all’anno mille. Dedita a diverse attività, tra cui sicuramente quella agricola, intorno al Settecento la famiglia Amarelli commercializzava radice di liquirizia. La radice di liquirizia, secondo dati storici del territorio, veniva commercializzata già dagli Abenante, famiglia importante di Rossano, così, probabilmente, come facevano gli Amarelli e le altre aziende.
Successivamente, sempre nel Settecento, fu fondato il concio. La data del 1731 potrebbe non essere la reale data di fondazione, ma è quella del più antico documento contabile rinvenuto dell’azienda, e quindi probabilmente la fondazione potrebbe risalire a qualche anno prima.
Dal 1731 le sorti della famiglia Amarelli sono state legate a quelle della liquirizia, e così per quattordici generazioni fino ad oggi si è tramandato questo lavoro e le sue tradizioni. L’azienda rimane di non grandissime dimensioni, nonostante oggi sia il marchio indiscutibile quando si parla di liquirizia di qualità.»

Museo della Liquirizia
[foto di Giancosimo Cofone – tutti i diritti riservati]

Il Museo della Liquirizia offre al visitatore un affascinante viaggio nel tempo, non solo l’esperienza della sua famiglia nella produzione e trasformazione della liquirizia, ma soprattutto la storia del prodotto e le sue evoluzioni nel tempo, legate al processo di modernizzazione delle tecniche produttive….

«La nostra è un’azienda che ha sempre affondato le sue radici nella tradizione, vanta trecento anni di storia e offre ai propri clienti la possibilità di assaggiare un prodotto che presenta le stesse proprietà organolettiche del prodotto originario e ovviamente non può non essere legata alla tradizione. Questo non esclude la tendenza dell’azienda Amarelli ad innovarsi, penso, per esempio, al primo sito internet nato nel 1995.
Nel museo si racconta più che altro la storia della liquirizia e della nostra azienda familiare, ma si racconta anche il processo produttivo, difatti la visita continua anche nella produzione, che per noi deve essere assolutamente visitabile, i nostri avventori devono rendersi conto dell’attività di tipo artigianale che noi portiamo avanti, pertanto è possibile visitare anche gli impianti produttivi.
Il museo racconta la sua storia partendo dall’agricoltura, strettamente legata alla liquirizia, si possono trovare le attrezzature agricole tradizionali, oltre che un’esemplificazione del processo produttivo, dalla “pesa borbonica”, che serviva a pesare la liquirizia in entrata fino agli stampini che davano il caratteristico marchio Amarelli.
Per quanto riguarda il packaging, vi è una collezione delle caratteristiche scatoline Amarelli, alcune molto antiche, una delle quali, risalente agli inizi del Novecento, è la prima confezione in metallo proposta dalla nostra azienda, che è diventato un segno distintivo del nostro prodotto.
La nostra grafica, risalente agli anni trenta e quaranta del Novencento, fino ad arrivare ai libri contabili, conservati dal 1802 in poi, editi dalla “Laterza” di Bari, che all’epoca produceva un modulario specifico per le aziende di liquirizia, a testimonianza del fatto che esistevano diverse imprese nel settore.
Ancora, l’archivio della corrispondenza epistolare e commerciale: ci sono, ad esempio, queste bellissime lettere che si scrivevano i vari titolari aziende di liquirizia, tramite le quali stabilivano che un’impresa avrebbe venduto in Inghilterra e un’altra in Francia, facendo una sorta di cartello fra loro.
Fino alla “Galleria della Modernità”, di recente inaugurata, nella quale si racconta l’avvento dell’energia elettrica, che ha cambiato in maniera importante le sorti dell’industria calabrese.»

Museo della Liquirizia
[foto di Giancosimo Cofone - tutti i diritti riservati]

Oggi il Museo della Liquirizia rappresenta un ennesimo successo per la sua famiglia e per la Calabria in generale, i numeri sono eloquenti…

«Si tratta del secondo museo d’impresa più visitato in Italia, subito prima della Perugina e subito dopo la Ferrari, che come si sa è irraggiungibile; di questi risultati siamo indubbiamente molto soddisfatti. Quando iniziammo quest’attività turistica non eravamo preparati, avevamo un know-how che era quello della produzione e della commercializzazione della liquirizia. Abbiamo investito tanto, ma oggi ne raccogliamo i frutti: 40.000 visitatori l’anno, tante attività connesse ed eventi, che ci hanno portato ad avere un rapporto diretto con i clienti, che arrivano anche da lontano per conoscere la storia di questo prodotto e visitare gli impianti produttivi, e quando ritornano sono spesso più fidelizzati.»

INFORMAZIONI UTILI

Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”
website | Facebook
SS 106 contrada Amarelli - 87067 Rossano CS Italia
Orari fino al 30 giugno: dalle 9:30 alle 12:00 - dalle 15:00 alle 17:00
Orari fino al 15 settembre: 10:00; 11:00; 12:00 - 17:00; 18:00; 19:00
La visita alla produzione si effettua solo dal lunedì al venerdì alle 10:00 o alle 11:00, esclusi i giorni di chiusura della fabbrica per festività o ferie.

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