Giangurgolo, la maschera tipica del carnevale calabrese
Forse la festa che più ci piace durante l’anno è il Carnevale, sarà perchè colorata e fantasiosa ma in occasione del Carnevale tanti sono quelli che approfittano per vestire panni e sembianze che non sono di tutti i giorni.
Capita così di imbattersi in maschere cosiddette tipiche di ogni regione italiana, così come lo è Giangurgolo per la Calabria.
Le fonti comunque incerte risalgono intorno al 1600 quando a Napoli un attore di nome Natale Consalvo lavorava nei panni di “Capitan Giangurgolo”.Successivamente, intorno alla metà del XVII secolo la maschera fu importata dalla città di Reggio Calabria per mettere in ridicolo i nobili spagnoli che migrarono in Calabria quando la Sicilia fu data ai Savoia.
C’è una seconda versione che collega la maschera di Giangurgolo al catanzarese, infatti la storia di Giangurgolo, viene ricondotta ad un personaggio che pare sia realmente vissuto nella città. La storia narra che durante una battuta di caccia, egli cercò di salvare uno spagnolo aggredito da briganti. Nonostante le sue cure, lo spagnolo morì lasciandogli la sua eredità ed una lettera dove spiegava come salvare Catanzaro dalla dominazione spagnola. Da qui, Giangurgolo iniziò una propria strategia, con l’ausilio di un teatro ambulante egli mise in scena spettacoli satirico- politici affinchè il popolo catanzarese si opponesse al regno spagnolo. Il suo piano però non raggiunse lo scopo e lo stesso venne condannato a morte.
Il suo nome, secondo l’etimologia, significherebbe “Gianni golapiena” o “ Gianni ingordo”, per sottolineare ciò che lo ha anche reso famoso: la fame e l’ingordigia.
Giangurgolo ha un naso enorme e una spada altrettanto smisurata che pende su un fianco, indossa un alto cappello a cono, un corpetto stretto e soprattutto i pantaloni a sbuffo a strisce gialle e rosse, particolare significativo che riproduce i colori del regno degli Aragona. La maschera dunque rappresenta uno scherzo verso i dominatori aragonesi e spagnoli.
Non sarebbe una cattiva idea far travestire i più piccoli da Giangurgolo, sarebbe un buon modo per far rivivere una cultura a tutti noi sconosciuta approfittando della festa più gioiosa dell’anno!
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