Il gonfalone della famiglia Mangoni al cospetto di Federico II di Svevia
Nell’anno del Signore 1222, ci fu un evento importantissimo per Cosenza e per i Casali tutti. Una volta ultimati i lavori alla cattedrale, l’imperatore Federico II di Svevia accettò l’invito di presenziare la sua consacrazione. Gli amministratori cosentini, per tale evenienza, si adoperarono per non sfigurare agli occhi dell’imperatore organizzando un ricevimento eccezionale. I nobili della città tennero pubblico parlamento per decidere il proprio gonfalone e ad unanimità fu deciso che lo stemma di Cosenza venisse rappresentato dai sette colli che la circondano.
Anche i nobili dei Casali in quell’occasione vollero presentare il proprio gonfalone. Il 30 gennaio giunse in città Federico II accolto dal popolo e accompagnato in corteo dai nobili dei Casali che strada facendo si erano uniti al corteo festante per salutarlo. Partecipò alla consacrazione eseguita dal cardinale Nicola Chiaramonte vescovo di Frascati, con l’assistenza di Luca arcivescovo di Cosenza, di Landone arcivescovo di Reggio e tanti altri vescovi della Calabria. A rappresentare Mangone fu Giovanni Mangone, canonico e teologo che portò il gonfalone del Casato e del Casale che così veniva descritto: “Brachia duo ostro induta, quorum manus amice foedere parmulam prasina junctim gestant in aura aequora”.
Lo stemma rappresentava un campo d’oro con due mani strette in segno di Fede, molto sentita in casa Mangoni; il rosso che vestiva le braccia che sostenevano le mani, indicava il fuoco, la fiamma della Carità; il ramo d’ulivo simboleggiava la rigogliosità della loro casa ed il campo d’oro la Lealtà.
La cerimonia si concluse con un Te Deum per ringraziamento a Dio per aver sostenuto il popolo cosentino e dei Casali durante il terremoto del 1184.
Il piccolo borgo di Mangone, comune della provincia di Cosenza che a settembre ospiterà l’evento #Ricoglitive maggiori informazioni sulla pagina ufficiale Comune di Mangone
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