La battaglia anti-francese tra le tappe storiche salienti del piccolo borgo di Mangone
La rivoluzione francese aveva portato nuove idee che i benestanti del tempo avevano fatto loro tanto che, a Cosenza, fu nominato cittadino onorario il Manhès il 12 febbraio del1806, pochi giorni dopo l’insediamento di Giuseppe Napoleone a re di Napoli.
Il popolo, invece, non era affatto convinto della bontà del progetto rivoluzionario e si schierò contro di esso, anche perché era l’unico modo per poter combattere i loro padroni. Molti paesi si ribellarono al passaggio dei francesi costringendoli a combattere vere e proprie battaglie.
Mangone non ne fu esente.
Il generale Verdier il 5 luglio 1806 mandò a Mangone, al comando del generale Deguisans, 500 polacchi e 200 patrioti agli ordini dell’ufficiale Abbate; al seguito si pose il signorotto mangonese D. Rosario Antonio Mauro, infervorato dalle idee repubblicane.
Il piccolo esercito giunse alle porte di Mangone all’alba, l’assalto fu repentino e colse di sorpresa tutti, una grandine di piombo si abbatté sulle abitazioni e sulla popolazione. Il prete fece suonare le campane “a tocco”, la gente si asserragliò nelle proprie case che erano diventate vere e proprie fortezze.
Poi i cittadini iniziarono ad organizzarsi e si riversarono nelle strade, guidati da Fortunato Gambini e da D. Vincenzo Vitale (entrambi famigerati borboni), nonché dal sarto Gaetano La Regina, si scagliarono contro francesi. Il paese riuscì a resistere e a non soccombere sotto la stretta dell’esercito, era compatto e bene organizzato, tanto da costringere i francesi a ritirarsi sempre di più dal centro abitato. La ritirata culminò alla vicina pianura detta Burga a Pian del Lago, dove ci fu una triste battaglia.
Battaglia fratricida, perché in ausilio all’esercito francese erano accorsi anche i mangonesi, che seguivano l’ideale repubblicano, e con loro i contadini che erano costretti a seguire i loro padroni. I polacchi non riuscirono a fermare la forza e la determinazione dei ribelli che andavano moltiplicandosi di numero, poiché cominciavano a giungere anche dalla vicina Santo Stefano, all’epoca rione di Mangone.
Deguisans capì che non era il caso di continuare e si ritirò a Cosenza. D. Vincenzo Vitale fu catturato e ucciso a piazza Riforma a Cosenza. Gaetano La Regina fu giudicato e condannato a morte e Fortunato Gambini riuscì a cavarsela perché fu confuso con il fratello Raffaele, molto più anziano e vecchio notaio del paese, il quale venne giudicato e assolto.
Il piccolo borgo di Mangone ospiterà il primo festival dedicato agli emigrati all’estero. Per qualsiasi informazione visitate la pagina facebook Ricoglitive – Ritroviamoci a Mangone
Ph Emanuela Montemurro
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