La cipolla di Tropea e la ‘nghiambara
Parliamo oggi di un prodotto di eccellenza calabrese, conosciuto in tutto il mondo: la cipolla di Tropea.
Cipolla Rossa di Tropea, foto a cura di Caterina Policaro [alcuni diritti riservati]
Contiene antiossidanti; previene l’infarto; è un sedativo naturale; favorisce la digestione; abbassa la glicemia. In più, la cipolla di Tropea (Indicazione Geografica Tipica e Indicazione Geografica Protetta) ha un gusto particolare, che la rende unica.
Viene coltivata in terreni umidi e freschi, sabbiosi e argillosi, a temperatura mite e costante: questo fa si che il suo sapore sia particolarmente dolce, sebbene con un leggero tocco piccante.
E’ denominata “di Tropea”, che è un meraviglioso paesino marittimo della provincia di Vibo Valentia, ma il Disciplinare allarga la coltivazione ad alcune località delle province di Cosenza e Catanzaro.
E’ conosciuta da oltre 2000 anni. Introdotta dai Fenici e dai Greci, nel ‘700 viene citata in diversi resoconti di viaggiatori dell’epoca. Del tipo allungato da conservazione, venduta in trecce, o del tipo rotondo, da consumare fresco, è utilizzata in svariati modi nella cucina tipica calabrese: cruda, in insalata o strofinata sul pane casareccio, con un filo d’olio; in soffritti e frittate ; ripiena al forno, fritta in pastella, in padella con le patate, ovviamente silane (“patate ‘mpacchiuse”).
Il suo sapore particolare la rende adatta alla preparazione di confetture da consumare in accompagnamento a carni o formaggi.
Eccovi oggi una ricetta particolarmente adatta a gustare appieno il sapore della cipolla di Tropea: la “nghiambara”
Ingredienti:
- una grossa cipolla di Tropea,
- 150 gr. di farina,
- 150 ml. di acqua,
- sale,
- olio per friggere.
Sbucciare ed affettare la cipolla.
Farla appassire in padella, aggiungendo un poco di acqua (non deve colorire).
Preparare una pastella fluida con farina, acqua e sale. Asciugare bene le cipolle e mescolarle alla pastella.
Riscaldare l’olio in un padella larga (la ‘nghiambara deve essere piuttosto sottile) e versarvi la pastella con le cipolle. Appena cotto un lato, girarla come una frittata e completare la cottura.
All’ultimo momento, se si vuole, si può aggiungere una spolverata di pepe oppure di pecorino grattugiato.
Proponetela tagliata a quadrotti in un buffet fingerfood, magari accompagnata da un cubetto di pecorino fresco poggiato sopra la nghiambara quando è ancora calda, in modo che si sciolga appena.
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