Tesori nel cuore della valle del Savuto

Questo periodo più di altri ci ha fatto riscoprire il valore e la bellezza dei territori che viviamo.

Una domenica di febbraio, riscaldati da una giornata dal sapore primaverile, abbiamo percorso un tratto di natura incontaminata lungo il fiume Savuto.

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Per chi non lo sapesse il Savuto, conosciuto anticamente dai greci con il nome Ocynarus e chiamato dai romani Sabbatus, è il fiume che nasce in Sila nel comune di Aprigliano e attraversando diversi paesi sfocia nel Mar Tirreno precisamente in località Nocera Torinese in provincia di Catanzaro.

In questa valle la natura prima di tutto poi la storia hanno donato preziosi regali quali paesaggi mozzafiato e reperti storici di valore inestimabile, tra questi la presenza di quattro ponti, reperti dell’epoca romana, Ischia Romana, Fratte, Sant’Angelo e Tavolaria l’uno a pochi chilometri dall’altro e compresi fra i comuni di Rogliano, Marzi, Carpanzano, Scigliano ed Altilia.

Percorrendo sentieri e vecchie mulattiere abbiamo incontrato lungo il percorso il ponte di Tavolaria (Tavuaria in dialetto locale) risalente al XVI secolo; il nome deriva dal latino Tabula – Ria ovvero pranzo scellerato, ed è frutto di una curiosa leggenda riportata in un manoscritto di Fortunato Morelli del 1748: ‘Re Enotrio scacciato dalla sua terra approdò in Calabria e si trovò a risalire il fiume Savuto, giunto nei pressi del ponte trovò resistenza da parte delle popolazioni del luogo. Per sconfiggerli escogitò uno stratagemma: chiese loro tregua e invitò tutti ad un lauto banchetto, quando si accorse che erano tutti ormai ubriachi e rabboniti li fece uccidere facendoli a pezzi. Fu un terribile massacro ed un perfido inganno una vera e propria “Tavola Ria”, una tavola perversa’.

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A un centinaio di metri più a valle la splendida “cascata di Cannavina”, punto in cui il torrente Cannavino confluisce nel corso del fiume Savuto.

Un luogo che molti visitano d’estate, per molti una via di fuga per rinfrescarsi, specialmente nelle giornate più calde, ma non tutti sanno che le acque del torrente Cannavino, spumeggianti e fresche, e la sua caratteristica cascata sono considerate curative per i reumatismi.

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Un percorso naturale ricco di emozioni e di scoperte tra possenti alberi e fiori profumati, capaci di allentare le tensioni che purtroppo questo periodo ci sta procurando.

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Foto a cura di Carmen Guarascio ©
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