Arte, storia e devozione nel santuario della Santa Spina
Arte, storia e devozione nel santuario della Santa Spina. Tutti abbiamo un posto preferito, un luogo segreto, gelosamente custodito dove si fa pace con i pensieri e si ricaricano le batterie. Quando mi ritaglio un po di tempo prendo un libro da leggere e scappo nel mio posto del cuore, dove ogni volta lascio e ritrovo la mia pace, mi siedo nel verde e mi perdo osservando quel pezzo di storia che si è cosi magicamente conservato nel tempo. E si perchè il santuario della Santa Spina a Petilia Policastro venne fondato intorno all’ anno 800 su iniziativa dell’arcivescovo di S.Severina, dapprima come modesta abitazione per pochi religiosi basiliani, poi come riparo per i seguaci del poverello d’Assisi, finchè nel 1431, Papa Eugenio vi assegnò il culto francescano al santuario e quindi i padri Osservatori cominciarono a ingrandire e rendere accogliente il luogo. Nel 1523 la splendida svolta del luogo sacro, quella di accogliere “la Sacra Spina”, donata da Fra Dionigi Sacco, confessore di Claudia la allora regina di Francia che a sua volta la donò al frate. Il culto della spina divenne cosi l’elemento di spicco del monastero ed il principale richiamo per la popolazione di Policastro e dei territori vicini; secondo testimonianze del tempo, la reliquia priva di autentica ufficiale, compì cosi tanti miracoli che la chiesa del monastero si riempì preso di tanti ex voto dei fedeli miracolati dalla stessa, che attraverso il suo sanguinamento rinnovava la passione di Cristo sulla croce. A quel tempo la reliquia veniva esposta pubblicamente ogni venerdi di marzo, per ricordare la passione di Gesù e come protezione contro le calamità naturali . Come ieri, anche oggi fede e tradizione allertano folle di pellegrini in processione e preghiera provenienti da ogni parte d’Italia. Ciò accade perchè la Santa Spina è un luogo di fede e ricognizione dove ogni cosa parla di Cristo e della sua Passione, dall’oratorio nel bosco luogo di meditazione e preghiera, le innumerevoli tele seicentesche che adornano il santuario e raccontano la storia della Spina e la vita di Gesù, la statua marmorea della Madonna dello svizzero Gagini e la processione del Calvario, che ogni anno con i suoi costumi originali e le forti scene affascina folle di pellegrini che impavidi e poco spaventati dal lungo e impervio sentierio e dal freddo si immergono nella preghiera e si immedesimano nel dolore del Cristo.
https://www.santaspina.it
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